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Giugno 6, 2022

Ambiente, salute e sistema nervoso: cosa sta accadendo? intervista al dott. Ciro Ruggerini

Il giorno 14 maggio si è tenuto a Modena, presso la Sala della Chiesa Gesù Redentore di Modena, un Convegno su un tema di ampio respiro con il seguente titolo “Ambiente, salute e sistema nervoso: cosa sta accadendo?”. Il Convegno è stato promosso dall’ASP Charitas e dalla Associazione Controvento (Idee di vita) ed è una delle iniziative che ormai da anni testimoniano la scelta della Presidenza (l’attuale Presidente del Charitas è Mauro Rebecchi) e della Direzione (l’attuale Direttore è Chiara Arletti) di mantenere una relazione stretta tra azioni di assistenza, azioni di formazione del personale e ricerca sul campo. Una testimonianza di questo percorso è contenuta nel testo “La Passione del Possibile” edito da pochi mesi per documentarne le tappe negli ultimi 30 anni. Chiediamo al dott. Ciro Ruggerini* un aiuto nella comprensione dei temi del Convegno.

Intervista di Paolo Seghedoni al dott. Ciro Ruggerini sul Convegno “Ambiente, salute e sistema nervoso: cosa sta accadendo?”

Paolo Seghedoni (S.): leggendo i temi del Convegno si osserva una gamma molto ampia di contenuti: dai fattori dello sviluppo neurologico, ai documenti internazionali sui diritti delle persone con disabilità, al cambiamento dei paradigmi di ricerca in disturbi come la disabilità intellettiva e i disturbi dello spettro autistico, a un modo nuovo di approcciarsi alla cura dei problemi di salute mentale. Quale è il filo conduttore alla base di questa complessità?
Ciro Ruggerini (R.): il filo conduttore è una idea nuova del rapporto tra l’individuo e il suo ambiente. Vi sono alcune parole-chiave per descrivere questo rapporto. La prima è quella di Epigenetica. L’epigenetica ha trasformato il modo in cui noi pensiamo ai geni. Tradizionalmente si è pensato che ognuno di noi ha un suo patrimonio genetico non modificabile che guida l’organizzazione del suo cervello. L’epigenetica ci suggerisce, invece, che la sequenza dei geni del nostro patrimonio genetico è fisso ma, nell’arco della vita, più tipi di stimoli possono attivare o spegnere una parte dei geni di questo patrimonio. Ognuno di noi ha il suo pianoforte e ognuno di noi vive un’esperienza che può farlo suonare o farlo rimanere inattivo.

Seghedoni: la nozione di Epigenetica è, in realtà, piuttosto datata perché risale agli anni 40. Perché oggi è diventata, allora, così rilevante?
Ruggerini: perché si sono accumulati i dati sui fattori (e sui meccanismi) che sono in grado di modificare il funzionamento dei geni (o di una parte dei geni). Il secondo termine-chiave, dopo quello di Epigenetica è, allora, quello di Esposoma, creato una quindicina di anni fa. Il termine Esposoma indica le aree in cui sono raggruppati questi fattori: ambiente esterno generale (che comprende, ad esempio, i fattori climatici); ambiente esterno specifico di ogni individuo (che comprende, ad esempio, la qualità del suo regime alimentare); l’ambiente interno individuale (che comprende, ad esempio, il suo assetto ormonale o gli stati infiammatori che possono incidere sullo sviluppo neurobiologico)

Seghedoni: quindi molti fattori suonano il piano e il piano determina le nostre caratteristiche neurobiologiche; quanta varietà, allora, nello sviluppo neurobiologico se si considerano insieme questi due fattori!
Ruggerini: la varietà è tale che l’insieme delle connessioni tra i centri del nostro cervello (che è indicata dal termine Connettoma) è del tutto unica per ognuno di noi ed è assimilabile alle nostre impronte digitali. La prima parte del Convegno sarà dedicata alla descrizione di questi concetti e alle loro implicazioni nella assistenza.

Seghedoni: al termine di questa prima parte Cristina Panisi introduce un concetto di sintesi (quello di prospettiva sistemica) e in una Tavola Rotonda si discuterà del concetto di Contesto. Quale relazione?
Ruggerini: prospettiva sistemica significa che lo sviluppo neurobiologico di ognuno richiede una molteplicità di fattori presenti nel Contesto di vita: fattori fisici (come un ambiente privo di fattori inquinanti), relazionali (come la qualità delle nostre relazioni interpersonali), sociali (come la presenza nel contesto di opportunità inclusive delle persone fragili). In un testo di recente pubblicazione si riporta una frase attribuita a Galileo Galilei che sembra del tutto pertinente per il nostro Convegno: “Le cose sono unite da legami invisibili: non si può cogliere un fiore senza turbare una stella”.

Seghedoni: quali sono le implicazioni nella assistenza di queste concezioni?
Ruggerini: nella seconda parte del Convegno si indicano queste implicazioni. La prima è che la ricerca nel campo della salute mentale deve sapersi innovare tenendo conto anche della molteplicità dei dati di laboratorio che si rendono disponibili nello studio dei singoli casi, secondo il paradigma delle scienze omiche. La seconda è che cominciano ad essere disponibili nella letteratura scientifica dati sulla utilità di un nuovo approccio alle condizioni di benessere e di disturbo mentale rappresentato dalla Psichiatria nutrizionista. Va anche sottolineata la possibilità di avvalersi della esperienza clinica più che decennale del dott. Franco Caroli, vero pioniere di questo campo nella realtà modenese. L’approccio della Psichiatria Nutrizionista tiene conto dei dati sui fattori dello sviluppo neurobiologico e offre un modello di comprensione potenzialmente più valido rispetto ai tradizionali approcci ai disturbi mentali basati sulla sola descrizione dei sintomi.

Seghedoni: per avviarsi alla conclusione: perché la necessità di uno studio pilota multicentrico?
Ruggerini: per quanto riguarda la ricerca si tratta di una necessità principalmente di natura Etica. Se abbiamo a disposizione dati sugli effetti positivi di un approccio di Psichiatra Nutrizionista nei disturbi mentali maggiori nelle persone con sviluppo tipico, perché non utilizzare lo stesso approccio per le persone con livelli elevati di fragilità neurobiologica? Si tratta di camminare su un crinale: si può rotolare da uno o dall’altro lato; ma si può raggiungere, anche, come abbiamo più volte sperimentato, un orizzonte nuovo. La possibilità di collaborare con più centri e più Istituzioni è, indubbiamente, un fattore che favorisce uno standard di qualità elevato della ricerca.

Seghedoni: buona permanenza sul crinale insieme a specialisti, familiari, educatori !

(*) Ciro Ruggerini
Neuropsichiatra Infantile e Psichiatra; Direttore Sanitario della Cooperativa Sociale “Progetto Crescere” di Reggio Emilia; Consulente Psichiatra ASP Charitas; Docente Università di Modena e Reggio Emilia e dell’Istituto Toniolo di Modena.